Le regole dell’etica giornalistica in Israele
- Israel Unfolded
- 19 mar
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 8 apr
Dall'estero si potrebbe pensare che in Israele non esista libertà di stampa e che i media possano pubblicare solo ciò che è autorizzato dal governo. Tuttavia, la realtà è diversa. In Israele, i giornalisti hanno la libertà di pubblicare qualsiasi tipo di notizia, purché rispettino l'etica giornalistica.
Quando si parla di responsabilità dei media, ci si riferisce ai meccanismi che garantiscono che giornalisti e organi di stampa siano responsabili di ciò che pubblicano. Questo non riguarda il controllo governativo: Israele, come altre democrazie, tutela la libertà di stampa. La responsabilità dei media riguarda invece il modo in cui il pubblico e le istituzioni giornalistiche fanno sì che la stampa rispetti principi etici e pubblichi informazioni accurate.
In Israele, tre principali istituzioni regolano questo processo: la responsabilità legale, l'autoregolamentazione e la responsabilità sociale. È fondamentale ricordare che l'etica professionale è applicata dal Consiglio della Stampa Israeliano e che, inoltre, la censura militare gioca un ruolo cruciale nella copertura mediatica, specialmente in tempi di guerra.

Due uomini che leggono il giornale a Tel Aviv.
Responsabilità legale: le regole sulla diffamazione
Uno dei principali strumenti di responsabilità nel panorama mediatico israeliano è la responsabilità legale, in particolare per quanto riguarda le leggi sulla diffamazione. Un giornalista o un organo di stampa può essere ritenuto legalmente responsabile per diffamazione solo se la sua pubblicazione soddisfa quattro criteri fondamentali:
Dichiarazioni false – l'informazione pubblicata deve essere falsa.
Pubblicazione o comunicazione della dichiarazione falsa – l’informazione deve essere stata resa pubblica.
Negligenza o dolo – il giornalista deve aver saputo (o avrebbe dovuto sapere) che la dichiarazione era falsa e averla pubblicata comunque.
Danno comprovato – il soggetto della dichiarazione diffamatoria deve dimostrare che la pubblicazione gli ha causato un danno.
Ad esempio, se un giornale accusa falsamente un’azienda di frode, quest'ultima può intentare una causa per diffamazione. Tuttavia, deve dimostrare non solo che l'affermazione era falsa, ma anche che ha subito un danno alla reputazione o perdite economiche. Senza una prova concreta del danno, anche una notizia errata non costituisce automaticamente diffamazione secondo la legge israeliana.
Autoregolamentazione: il ruolo dei Consigli dei Media
Un altro meccanismo di responsabilità è l'autoregolamentazione. I media israeliani si riuniscono volontariamente per stabilire linee guida etiche e farle rispettare attraverso organizzazioni professionali. Uno degli organi più importanti in questo ambito è il Consiglio della Stampa Israeliano, un’organizzazione volontaria in cui gli operatori dell’informazione si impegnano a seguire un codice etico professionale.
Questa autoregolamentazione aiuta a mantenere l'integrità giornalistica, pur permettendo la concorrenza tra le diverse testate. Un esempio concreto di autoregolamentazione si è verificato durante l'attuale guerra tra Israele e Gaza. Quando alcuni ostaggi israeliani sono stati salvati in un'operazione militare, i media hanno ritardato la pubblicazione della notizia fino a quando non hanno ricevuto la conferma ufficiale dall'IDF. Questa scelta è stata fatta per garantire il successo dell'operazione e non mettere in pericolo la vita dei soldati e degli ostaggi.
Allo stesso modo, i media israeliani seguono una regola etica che impedisce loro di pubblicare i nomi dei soldati caduti prima che le famiglie siano state ufficialmente informate dall’esercito.
Questo principio è in linea con le norme etiche del Consiglio della Stampa Israeliano, che stabiliscono che i giornalisti devono evitare di pubblicare informazioni sensibili che possano arrecare danno a individui o famiglie. Pur essendo un organismo volontario, i membri del consiglio si impegnano a vigilare reciprocamente sul rispetto delle regole.
Censura militare: una forma unica di regolamentazione dei media
Oltre all'autoregolamentazione, in Israele esiste un sistema di censura militare, che svolge un ruolo cruciale, in particolare in tempi di guerra. L'Ufficio della Censura Militare Israeliana opera secondo leggi che consentono al governo di limitare la pubblicazione di informazioni che potrebbero compromettere la sicurezza nazionale. Tuttavia, questo sistema non equivale a una censura governativa generalizzata: il suo scopo è impedire la diffusione di dettagli che potrebbero mettere a rischio soldati, operazioni o attività di intelligence.
I media israeliani sono tenuti a sottoporre alla Censura Militare le notizie sensibili prima della pubblicazione. Se il Censore ritiene che il contenuto possa nuocere alla sicurezza nazionale, può richiedere modifiche o impedirne la diffusione. Tuttavia, la censura è limitata alle questioni di sicurezza e non si applica alle opinioni politiche o alle notizie di carattere generale.
Cosa succede quando un giornalista viola l’etica?
Se un giornalista o un organo di stampa viola il codice etico, è possibile presentare un reclamo al Consiglio della Stampa Israeliano. Il reclamo deve contenere i dettagli della violazione e, se ritenuto valido, il consiglio può avviare un procedimento disciplinare. Le possibili conseguenze includono:
Avvertimento – Una violazione minore o alla prima infrazione può comportare un semplice richiamo.
Condanna pubblica – Il consiglio può emettere una dichiarazione pubblica che denuncia la violazione, danneggiando la reputazione del giornalista.
Obbligo di rettifica – Il giornalista o il media coinvolto può essere obbligato a pubblicare una correzione o delle scuse ufficiali.
Sospensione dal consiglio – La sanzione più severa è l’esclusione dal Consiglio della Stampa, che può avere ripercussioni negative sulla carriera di un giornalista.
È importante sottolineare che il consiglio non ha potere legale: non può imporre multe né costringere i media a rispettare le sue decisioni. Inoltre, poiché l’adesione è volontaria, non tutti gli organi di stampa israeliani ne fanno parte. Tuttavia, per quelli che vi aderiscono, il mantenimento di standard etici è essenziale per la loro credibilità.
Conclusione
L'etica giornalistica in Israele si basa su un equilibrio tra responsabilità legale, autoregolamentazione volontaria, censura militare e linee guida professionali. Sebbene il governo non controlli la stampa, i media e i giornalisti operano all'interno di questi meccanismi per garantire un'informazione responsabile. Che si tratti delle leggi sulla diffamazione, dell'autoregolamentazione professionale, della supervisione etica del Consiglio della Stampa o della censura militare, questi strumenti contribuiscono a mantenere l'integrità giornalistica, pur salvaguardando la libertà di stampa.
コメント